Simbolo indiscusso di umanità, le mani sono investite di un ruolo sacro presso molte tradizioni; non a caso vengono considerate una mani-festazione dello spirito, che, attraverso di esse, può farsi azione per materializzare i desideri. Nel linguaggio metaforico, gli innumerevoli modi di dire che coinvolgono le mani ci rivelano la centralità che questa parte estrema del corpo riveste nella relazione con l’altro. “Dare una mano”, “Tendere la mano”, “Prendere per mano”, e così via. Portatrici di una sensibilità primitiva quale quella del tatto, le mani dispiegano una conoscenza prelogica, capace di rendere tangibili le profondità nascoste dell’anima e di aprirci alla possibilità di un contatto intimo con l’altro. Elemento di conoscenza, dunque, ma anche di riconoscimento, in quanto custodiscono memoria delle sensazioni di cui hanno fatto esperienza e delle emozioni, così come dei pensieri, che queste hanno evocato; le mani esprimono, inoltre, l’assunzione di responsabilità di fronte alle proprie scelte (”Prendere in mano la vita”, “Lavarsene le mani”). Attraverso le mani si rivela la capacità di dare e di ricevere, di accogliere e di contenere, di affidarsi (”Mi metto nelle tue mani”) o, ancora, di trattenere e di lasciare andare. Le mani raccontano, pertanto, la nostra vita affettiva e, con essa, la nostra umanità. Narrano la storia delle mani che hanno incontrato, delle carezze donate, di quelle ricevute o desiderate. Nella loro potente carica energetica, ci parlano di vicinanza e di lontananza, di tenerezza e di erotismo, ma anche di violenza e di abuso. I nostri ricordi sono abitati da mani che ci hanno curati o feriti, che ci hanno ringraziati o pregati, salutati o inondato di baci. Per tutte queste ragioni, lavorare sulla consapevolezza del ruolo così pregnante che le mani rivestono nel rapporto io-tu e io-mondo costituisce una preziosa opportunità per esplorare il proprio vissuto relazionale ed imparare nuove modalità per entrare in contatto con l’altro.
DESTINATARI Per garantire una maggiore intensità dell’esperienza, il laboratorio è aperto a un massimo di 15 partecipanti, motivati a conoscere più intimamente se stessi e disponibili a mettersi in gioco su questo tema. E’ richiesta una precedente esperienza in gruppi di crescita personale.
OBIETTIVI Favorire lo sviluppo di modalità comunicative e relazionali positive; promuovere la consapevolezza corporea, in particolare delle mani e di come, con esse, entriamo in relazione con gli altri.
METODOLOGIA La metodologia avrà come riferimento teorico-applicativo i principi fondamentali dell’indirizzo fenomenologico-esistenziale della psicologia umanistica e si baserà sulle tecniche del counseling ad approccio non direttivo centrato sulla persona di Carl Rogers e sulla prassi semi-direttiva ed espressiva della Gestalt di Fritz Perls.